Quando San Francesco cantò con l’usignolo
Ieri ho ancora fatto il bucato. Secondo me l’Italia è il paese ideale per il pellegrinaggio. Nella maggior parte delle località , anche nei paesi piú piccoli si trova una lavanderia fai da te. Per me un vantaggio, da però anche informazioni sugli standard di vita in Italia. Nel mio paese non conosco nessuno che non disponesse di lavatrice privata. Qui ci si deve mettere in fila davanti alle lavatrici.
Salita ripida per arrivare da San Francesco che canta
Oggi mi reco all’Eremo Montecasale. Questo eremitaggio venne costruito dai monaci di Camaldoli e consegnato a San Francesco nel 1213. Dal 1531 è amministrato e abitato da cappuccini. Attualmente sono in tre a custodire questo luogo sacro. Quindi mi metto in cammino. Seguendo stradine in salita , poi seguo un sentiero e proseguo sulla strada. Il tempo è magnifico e sono così ripagato per le fatiche degli ultimi giorni. Seguendo un sentiero ripido mi avvicino all‘ eremitaggio. Prima però faccio ancora un salto al Sasso Spicco (vedi videoclip). San Francesco quì cantò con un usignolo, dice la leggenda. Un luogo particolare e mistico. Chi mai avrà cantato meglio, l’usignolo o il santo?
Tre cappuccini e un povero cane
Poi supero gli ultimi metri per arrivare all’eremitaggio. Sul portone d’entrata c’è scritto SILENZIO. Insieme a me ci sono anche due ragazze. Dalla casa dei frati si sente del rumore, sembra che litighino un po‘. La vista panoramica sulla valle è fantastica. Strano che la chiesa sia chiusa benché i frati siano presenti. Anche un cane da guardia custodisce l’eremo, legato alla catena, povera bestia. Incomprensibile per me, non ha l’aria di cane pericoloso, ha lo sguardo triste. Se il nostro San Francesco dovesse davvero aver catato con l’usignolo questo trattamento per lui sarebbe inaccettabile.
Dopo aver fotografato tutto vado avanti, mi aspettano ancora parecchi chilometri di strada. Il culmine alle spalle. La prossima meta sono le rovine di Abbadiaccia. Quindi scenderò a valle e poi avvanzo in pianura. Per gli ultimi dieci chilometri ci si potrebbe servire dell’autobus. Ci rinnuncio, oggi mi sento davvero in forma. Siccome tre anni fa questo pezzo di strada non l’aveveo visto perché mi ero perso, questa tappa la vorrei ancora conoscere. Avrei fatto bene a prendere l’autobus.
Mi aspettano l‘ arte e tante delizie
Quasi trenta chilometri e oltre 700 metri sia in salita che in discesa più avanti arrivo a Città di Castello. Una città con circa 40000 abitanti. Ora mi trovo in Umbria. Una delle mie regioni italiane preferite. La cucina è ottima e pure in monumenti storici sono impressionanti.
Raccomandazioni:
Palazzo Comunale e torre civica (14. secolo), Duomo Santi Florido e Manzio (11. – 18. secolo), Chiesa San Domenico (15. secolo) Chiesa San Francesco (13. secolo), Collezione di Alberto Burri, pinacoteca civica con opere di Raffaello e della Robbia
Alloggio Hotel Umbria, pulito, proprietari simpatici, costi 35 Euro con colazione